TRAINER INVISIBILI
I trainer invisibili si celano, a volte per scelta, spesso per necessità, dietro nomi fasulli, tanto nei programmi quanto nelle menti degli ignari appassionati.
Il più famoso ad oggi è certamente Nunzio Squeglia, stabilmente nella top-ten dei trainer italiani ma rubricato ufficialmente come S.Bevilacqua.
Questo dei prestanome, uno dei tanti cancri dell’ippica italiana, è una piaga generata anche dal corporativismo degli allenatori stessi, che difendono la loro congrega grazie a regole medioevali.
Se Squeglia, come dicevo, è il più rinomato, sono tanti, a scendere, gli invisibili che domano, qualificano e fanno vincere i cavalli loro affidati senza ricevere in cambio la giusta considerazione.
In uno di essi mi sono imbattuto andandomi a vedere la scheda di Zefiro Gual, il biondo figlio di Algiers Hall che ha visto la sua ottima prestazione nel Lotteria offuscata dalle giuste attenzioni rivolte a Zacon Gio e compagnia. Ma la sua prestazione resta maiuscola e la sua crescita, in buona parte, merito del cinquantenne Giampaolo Gugliotta, che ne ha curato il suo training fino ad una ventina di giorni fa. Non il primo risultato eclatante ottenuto dal nostro “invisibile” nel centro di allenamento di Alessio Di Basco a Migliarino. C’era infatti Gugliotta anche dietro al piazzamento classico ottenuto da Ula Risaia Trgf nel Duomo.
La storia ippica di Gugliotta parte dall’estremo nord e dalla passione ereditata da papà Giovanni, avvocato e proprietario con scuderia presso il grande Antonio Quadri a Trieste. Passione che consiglia a Giampaolo di abbandonare gli studi di giurisprudenza per andare ad imparare il mestiere, poco più che ventenne, da Mario Colarich prima e da Paolo Romanelli e Magnus Dahlen poi.
Con anche la licenza da driver in tasca Gugliotta passa poi a gestire il centro di allenamento di Bussa di Caorle sostituendo Veli Pekka Toivanen.
Comincia poi la discesa dello stivale, passando per Vittorio Guzzinati al Montechiarugolo e Claudio Baldi a Bareggio per approdare infine dai Gocciadoro a Gorganza, nel centro creato e poi chiuso da Fulvio Montipo’, un gioiellino seppur privo di sabbie magiche. Dal Goccia doma e porta alla qualifica, tra gli altri, Linda di Casei, Stella di Azzurra e Padania Zeta, e segue anche Yellow Man nei suoi primi tentativi nordici, in Danimarca e in Svezia.
In Svezia ci torna poi in proprio, chiamato da mastro Lindbloom e da Bengt Holm a curare la crescita dei puledri nelle scuderie di Christoffer Eriksson.
Dopo due anni di Svezia, il ritorno in patria, con la breve parentesi alla Regina Horse prima dell’approdo a Migliarino da Di Basco. Parentesi breve ma utile a qualificare Bonneville Gifont, la seconda delle Oaks.
E ora la nuova avventura presso il centro dell’Allevamento dei Venti di Stefano Simonelli, con i primi risultati che non sono tardati ad arrivare grazie a Canto dei Venti.
Un po’ po’ di curriculum condito da 240 corse da driver, con 19 successi, e da una piccola esperienza didattica americana.
Con tutto ciò resta nell’ombra in attesa di un corso che lo possa debitamente fornire di licenza da trainer “visibile” e corporativo.