02/11/2020

I partenti (solo 6) del Duomo, 3 del team Gocciadoro con al 4 Vitruvio

di Mario Alderici

Dichiarati stamani i partenti (solo 6) dell’edizione numero 74 del Duomo (in programma domenica 8), classica fiorentina per eccellenza nata nel 1947 (vinsero Magione e Fabbrucci, nell’unica edizione corsa sul doppio km, in 1.24.1), tornato da 4 anni gruppo 1, e lo meritava la Toscana, lo meritavano i tanti operatori ippici capaci, lo meritava il pubblico toscano e fiorentino sempre molto appassionato e lo meritava questa corsa storica che (su una delle piste da mezzomiglio migliori del mondo come era quella de Le Mulina) nel 1958 vide un cavallo volare ad una velocità impensabile per un indigeno all’epoca (il sauro Tornese che vinse da leader in avanti con il “Pilota” Sergio Brighenti in 1.15.7 isolandosi su Crevalcore che veniva da errore con Cincerina che mostrava il cronometro che segnava un pazzesco per l’epoca due minuti secchi) facendo diventare la pista di Firenze famosa in tutto il mondo; fu un boom perchè a quell’epoca viaggiare da 1.15 e frazioni era prerogativa dei cavalli americani di lusso, ai protagonisti dell’Hambletonian, ed era la prima volta che un cavallo nato in Italia scendeva sotto l’1.16 (per di più in pista piccola). Quel giorno gli appassionati toscani (che non vogliono passar da “bischeri”) ebbero qualche perplessità sul tempo con una persona del pubblico che urlò rivolto alla torretta “Ma icchè vu c’avete, i cronometri o la sveglia della mì nonna?”; la bagarre fu risolta da Omero Baldi che mostrò a tutti il cronometro dell’inseguimento dopo errore del suo Crevalcore che segnava due minuti e un baffo; e Omero si innamorò così tanto di Crevalcore tanto da farlo comprare l’anno successivo alla scuderia Valserchio e il Duomo del 1959 fu suo (oltre al Città di Montecatini sempre con il figlio “Decione” Vivaldo in sulky e al Campionato Europeo con la guida di Marcello Baldi), e fu una meritata gioia quell’ultimo campione per il commendator Pietro Giusti (titolare della Valserchio) che, malato ormai da tempo, prima di morire potè vedere le imprese del grande Crevalcore che in America fu ribattezzato Mr 28 perchè nel Roosevelt percorse l’ultimo quarto in 28 al largo, cosa che neanche gli americani avevano mai visto fare in pista piccola.   
E‘ passato più di mezzo secolo, durante il quale i colori toscani si sono legati a grandi campioni vincitori di quella corsa, a partire (oltre al citato Crevalcore) dalla scuderia Maria Luisa con Birbone a segno due volte (in sulky il mito “Decione” Vivaldo Baldi, ovviamente qualche anno prima rispetto a Tornese) e dalla Kyra con Assisi. Tornese vinse ancora nel 1960 e nel 1961; poi ci sono da ricordare i successi di Barbablù, Top Hanover, Wayne Eden, The Last Hurrah, eccetera.
Nel 1981 con la guida di Vanni Parenti (che ha sostituito Giuseppe Camarrone) per la Società Fiorentina Corse Cavalli il Duomo fu programmato in notturna con batterie e finale (fino al 2002 quando vinsero Intact Hornline e Hugo Langeweg in 1.12.2) e fu un successo di pubblico e sport. Gli stranieri venivano volentieri in trasferta per questo gran premio, attirati anche dalla bellezza di Firenze, e tra loro Keystone Patriot che si impose 3 volte (come Tornese) dal 1982 al 1984, perchè nella prima edizione in notturna l’invasione scandinava era stata fermata da Enriquillo e “Decione” Vivaldo Baldi che in avanti ribatterono tutta strada agli attacchi della svedese Plumona Rs (poi battuta per la miglior piazza da Our Dream Of Mite).
Tornato gruppo 1, il Duomo cerca di rinverdire i fasti di un tempo dopo che la gestione di Ippodromi e Città negli anni 2000 fu un disastro portando alla chiusura nel 2012 del glorioso ippodromo de Le Mulina. Ora Le Mulina (il sindaco aveva detto che voleva destinarle a un luogo più degno rispetto alle corse dei cavalli, mah …) sono un cumulo di macerie e di rovine, per fortuna il compianto Cesare Meli (appoggiato dal figlio Carlo e dall’appassionatissimo e instancabile Direttore Roberto Cesari) riuscì a salvare il trotto fiorentino e il Duomo è tornato ad essere un gruppo 1, però …. Però ci sono dei però grossi come il parco delle Cascine: se negli anni 80 venivano a correre i fuoriclasse esteri (e con il gemellaggio con New York il vincitore del gran premio partecipava all’International Trot) ora i campioni esteri vengono di rado e col contagocce, inoltre un tempo il Duomo si correva a giugno; ora (in assenza di un impianto di illuminazione) collocare un gruppo 1 per anziani a fine anno fa sì che lo spessore tecnico non sia da gruppo 1. In mancanza dell’illuminazione avrebbe più senso collocarlo nella tarda primavera (o inizio estate nell’ultima giornata di diurne). Il record della corsa a Le Mulina è l’1.11.8 di Italiano e Gaetano Di Nardo per il training di Enrico Bellei nell’edizione 2010 passando sulla curva finale dopo impegno allo scoperto, l’anno dopo l’ultima edizione a Le Mulina con il successo di Morango Oaks e Roberto Andreghetti per il training di Remigio Talpo in 1.13.3. Nel 2014 la prima edizione a mano sinistra al Visarno con il successo da leader di Louvre e Federico Esposito per il training di Erik Bondo in 1.13.4, nel 2015 ancora una volata in avanti stavolta di Pacha Dei Greppi e Antonio Greppi per il training di Holger Ehlert a sorpresa in 1.11.6, nel 2016 ancora un battistrada al palo in 1.12.4 con Brillantissime e Pierre Vercruysse per il training di Philippe Allaire che da favoriti hanno riportato al successo di questa corsa un soggetto francese dopo tre quarti di secolo (la doppietta 1948 – 1949 però un po’ anche italiana con al training e in sulky Romolo Ossani con Tais Toi e Uncle Williams), nel 2017 Peace Of Mind e Alessandro Gocciadoro (training e guida) in 1.11.4 andando a prendere da terza in corda la battistrada Tamure Roc con seconda parte di gara in 56.2 ufficiali (meno per lei che veniva da dietro), nel 2018 Urlo Dei Venti e Antonio Greppi per il training di Enrico Bellei e del proprietario Stefano Simonelli al record della pista (e ovviamente della corsa) di 1.10.5 dopo aver ottenuto strada, l’anno scorso da favoriti Arazi Boko e Alessandro Gocciadoro (training e guida) in 1.16.9 su pista molto insabbiata. Nell’albo d’oro, mattatore del Duomo il “Pilota” Sergio Brighenti, a segno ben 9 volte (nel 1956 con Assisi in 1.19.7, con Tornese nel 1958, 1960 e 1961 in 1.15.7, record europeo, 1.19 e 1.19.3, con Lucy’s Victory nel 1965 in 1.17.2, con Murray Mir nel 1969 in 1.16, con Freddy nel 1973 in 1.18.5, con Patroclo nel 1975 in 1.17 e l’ultimo con Crown’s Pride nel 1980 in 1.15.9) nettamente avanti a “Decione” Vivaldo Baldi e Enrico Bellei che hanno vinto 5 volte. Statisticamente il Duomo non è vinto da chi agisce al largo ed è spesso vinto da chi va in testa.

Come detto solo 6 al via domenica con 3 (tutti con chance) del team Gocciadoro. Alessandro guiderà personalmente Vitruvio (al 4) in ripresa dopo essere finito in crescendo nel Lotteria dopo aver trovato tardi l’aria, al suo esterno i due compagni di allenamento legati da rapporto di scuderia, al 5 Zaccaria Bar che dal rientro con il nuovo training di Gocciadoro ha vinto 3 volte su 3 e al largo della prima fila Ares Caf che a questi livelli non è mai stato un vincente e ha impressionato a Roma allo scoperto con seconda parte di gara in 55.3. A tentare di contrastare l’armata gialla saranno anche questa volta Ehlert e Vecchione in corda con Sharon Gar che segue tutte le andature. Al 2 l’ospite francese Dream De Lasserie vincitore di gruppo 3 e finito tardivamente bene all’ultima. Rientra con il 3 Deimos Racing da tempo alla ricerca del suo primo gran premio italiano.

Ma in analisi e pronostico ci addentreremo nei prossimi giorni.

1. SHARON GAR XXX
2. DREAM DE LASSERIE –F- R.Derieux
3. DEIMOS RACING –S- R.Andreghetti
4. VITRUVIO A.Gocciadoro
5. ZACCARIA BAR Fed.Esposito
6. ARES CAF XXX

Rapporto di scuderia: 5+6